Giovedì 21 novembre alle ore 18.30 si terrà a Palazzo Te nella Sala dei Cavalli la presentazione del volume "Le belle. Ritratti femminili nelle stanze del potere" di Francesca Cappelletti, direttrice della Galleria Borghese di Roma. Durante l’incontro, l’autrice dialogherà con la storica dell’arte Raffaella Morselli (Sapienza Università di Roma).
Premio Nobel Letteratura 2020 a Louise Gluck
Nell’anno della pandemia planetaria, il 2020, il Nobel è andato a una scrittura di ‘austera bellezza’ che ruota intorno al tema della morte, ma anche della resilienza. In Averno e Iris Selvatico, due raccolte appena riedite da il Saggiatore, Louise Glück con determinazione offre una verità soggettiva che dalla unicità della sua esperienza diventa proposta politica.
Chi è Louse Gluck? E' una poetessa, saggista e accademica statunitense.
Nel corso della sua carriera ha pubblicato dodici antologie di poesie. Nel 1993 ha vinto il Premio Pulitzer per la poesia per la sua raccolta L'Iris Selvatico, ottenendo il primo di una lunga serie di riconoscimenti. Nel 2014 ha vinto il National Book Award per la poesia, mentre nel 2003 era stata insignita del prestigioso titolo di poeta laureato degli Stati Uniti.
Le è stato conferito il Premio Nobel per la letteratura "per la sua inconfondibile voce poetica che con austera bellezza rende universale l'esistenza individuale"
Louise Glück, Averno, traduzione di Massimo Bacigalupo, Milano, Il Saggiatore, 2020.
In Averno si trovano insieme molti degli elementi precedentemente raccontati, sublimati perfettamente. C’è innanzitutto il mito di Persefone, da mettere in relazione familiare con Demetra e Ade e il riferimento al passare delle stagione – Persefone presiede il cambio delle stagioni, passa dalla primavera all’autunno con la madre per poi riabbracciare nell’Ade il marito, calato l’inverno.
Louise Glück, Iris Selvatico, traduzione di Massimo Bacigalupo, Milano, Il Saggiatore, 2020,
L’iris selvatico è un meraviglioso catalogo cantato di un giardino edenico che si trova nel Vermont, e che parla con i nomi e le esperienze della stessa poetessa, che cita i propri familiari, mentre dialoga con le varietà di fiori – non solo l’iris, ma la rosa tanto famosa dei poeti, o il papavero rosso, o il trifoglio o ancora le margherite – elencate in varie poesie che si alternano a due serie ricorrenti, Mattutino e Vespri.
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